Piccole dita che baciai, che tenni
Fra le mie, pensando ai derelitti
Consolati di affanni e di delitti
Dal gioco delle mani dodicenni:
o le tue mani, bimbo, se tu accenni
sui tasti muti, a pena! Ecco, e tragitti
un popolo di sazi e di sconfitti
alle rive del sogno alte e solenni.
E tu non sai! Il suono t’è un trastullo:
tu suoni e ridi sotto il cielo grigio
nostro piccolo gran consolatore!
E l’usignuolo, come te, fanciullo,
canta ai poeti intenti al suo prodigio;
e non conosce le virtù canore.